Decorazione di interni

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Antonio Maraini

Antonio Maraini (Roma 1886 - Firenze 1963) SANTA CECILIA scultura in gesso, alt. cm 133 circa danni Di questo gesso esiste l'originale in bronzo, ubicazione sconosciuta. Fu esposto alla Biennale di Venezia del 1930. Bibliografia F. Bardazzi, Antonio Maraini Sculture, Firenze 1984, pp. 28. 29. 66, Tav. 6 Un senso di espansione fluida e distesa prevale ormai nella realizzazione della Santa Cecilia. La posa della Santa allude alla santa Cecialia di Raffaello, ma la fanciullesca nudità del flautista rivela la conoscenza delle inquietanti figure di adolescenti moderni in attitudini classiche predilette da Hans Thoma, ma in genere care agli artisti tedeschi dell'800. Ancora più inattesa, quasi ridicolo è l'accostamento fra l'aspetto rinascimentale dell'angiolino e la forma moderna del suo organetto: inanimato fantasma, capitato lì per caso, da un fragile mondo popolato di Arlecchini e Pulcinella, usciti dai pennelli di Severini. Ma è nel brano formato dal mandolino e dal cartiglio, appoggiati all'abito della Santa vista di spalle, che la fantasia dellartista si accende, acccrescendo questopera bizzarra dellironia delle nature morte di Severini, Tozzi, Paresce, dello spirito ambiguo e insieme scherzoso di una certa cultura del tempo. L'artista conclude il colto gioco iniziato con la Santa Cecilia nella Tomba di Carlo Loeser, eseguita nel 1929 per il cimitero degli Allori di Firenze, raffinato inventario degli elementi ormai codifocati nelle composte opere di quei pittori, lo strumento, la brocca, il libro, il cartiglio, il torso femminile, compagno ideale dei nudi di Tozzi. Da F. Bardazzi, Antonio Maraini Scultore, op. cit
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Antonio Maraini (Roma 1886 - Firenze 1963) SANTA CECILIA scultura in gesso, alt. cm 133 circa danni Di questo gesso esiste l'originale in bronzo, ubicazione sconosciuta. Fu esposto alla Biennale di Venezia del 1930. Bibliografia F. Bardazzi, Antonio Maraini Sculture, Firenze 1984, pp. 28. 29. 66, Tav. 6 Un senso di espansione fluida e distesa prevale ormai nella realizzazione della Santa Cecilia. La posa della Santa allude alla santa Cecialia di Raffaello, ma la fanciullesca nudità del flautista rivela la conoscenza delle inquietanti figure di adolescenti moderni in attitudini classiche predilette da Hans Thoma, ma in genere care agli artisti tedeschi dell'800. Ancora più inattesa, quasi ridicolo è l'accostamento fra l'aspetto rinascimentale dell'angiolino e la forma moderna del suo organetto: inanimato fantasma, capitato lì per caso, da un fragile mondo popolato di Arlecchini e Pulcinella, usciti dai pennelli di Severini. Ma è nel brano formato dal mandolino e dal cartiglio, appoggiati all'abito della Santa vista di spalle, che la fantasia dellartista si accende, acccrescendo questopera bizzarra dellironia delle nature morte di Severini, Tozzi, Paresce, dello spirito ambiguo e insieme scherzoso di una certa cultura del tempo. L'artista conclude il colto gioco iniziato con la Santa Cecilia nella Tomba di Carlo Loeser, eseguita nel 1929 per il cimitero degli Allori di Firenze, raffinato inventario degli elementi ormai codifocati nelle composte opere di quei pittori, lo strumento, la brocca, il libro, il cartiglio, il torso femminile, compagno ideale dei nudi di Tozzi. Da F. Bardazzi, Antonio Maraini Scultore, op. cit